I tempi sono cambiati e il lavoro oggi è fluido.
Potrebbe essere l’incipit di una paternale da boomer ma per chi ha assistito al cambio generazionale è una semplice verità. Negli ultimi anni, il mondo del lavoro si è evoluto e sempre più persone stanno scegliendo di diventare freelance. Ma cosa sta davvero alimentando questa tendenza?
Se ti sei mai chiesto quale sarà il futuro del lavoro? Forse ti stai domandando se la libera professione possa essere la strada giusta per te? Qui ti parlo di come il lavoro freelance stia diventando una scelta sempre più diffusa e perché.
La Crescita del Lavoro Freelance
Negli Stati Uniti, i lavoratori freelance costituiscono quasi il 40% della forza lavoro, e si prevede che questa percentuale crescerà fino a raggiungere il 50%.
In Italia stiamo vivendo una crescita simile. La pandemia ha accelerato questo processo, ma non è stato l’unico motivo. Dietro a questa crescita, c’è una diversa consapevolezza: molte persone non accettano più alcune condizioni lavorative che non riconoscono il loro valore. Giovani e meno giovani cercano forme di soddisfazione (economica e personale) slegata dalla struttura organizzativa aziendale.
Le piattaforme che mettono in contatto aziende e freelance, come Upwork, Freelancer.com e Fiverr, hanno visto una crescita esponenziale, dimostrando che il lavoro freelance è molto più che una moda passeggera.
Il lavoro Freelance in Italia
In Italia, secondo l’Osservatorio Partite IVA, nel 2023 si sono registrate 492.176 nuove aperture di partita IVA, con una forte propensione per il lavoro autonomo, soprattutto tra i giovani under 35.
Il regime fiscale più scelto rimane il regime forfettario, che nel 2023 è stato scelto dal 69,3% delle persone fisiche, segnando così un nuovo record rispetto agli anni precedenti. La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di nuove aperture, seguita dal Lazio e dalla Campania. Questi dati mostrano chiaramente come la libera professione sia una scelta sempre più popolare tra gli italiani.
Inoltre, l’Italia si conferma al primo posto tra i principali Paesi europei per numero di lavoratori autonomi: alla fine del 2022 erano quasi cinque milioni, pari al 21,4% degli occupati. Questo dato è nettamente superiore a quello di altri Paesi come la Germania (8,6%) o la Francia, dimostrando una spiccata propensione degli italiani verso la libera professione.
Lavoro Freelance: i dati aggiornati
Un recente report Istat del 2024 evidenzia inoltre una crescita degli autonomi del 2,4% rispetto all’anno precedente, con 184.395 nuove partite IVA aperte solo nel primo trimestre del 2024.

Questo aumento è principalmente attribuibile a persone fisiche che scelgono di avviare attività indipendenti o professionali. Nel periodo gennaio-marzo 2024, il 74% delle nuove attività sono state avviate da persone fisiche, con il 49,2% delle nuove partite IVA aperte al Nord Italia.
Il settore più vivace si conferma quello delle attività professionali, con il 20% delle nuove aperture, seguito dal commercio e dalle costruzioni. Rispetto al primo trimestre del 2023, le aperture di partita IVA sono aumentate del 2,8%, con un incremento maggiore nelle regioni come la Basilicata e la provincia autonoma di Bolzano.

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Perché si sceglie il lavoro Freelance?
Il lato Economico: guadagni e sfide nascoste
So che sei ansioso di leggere questa parte: il mito dei guadagni maggiori del freelance.
Molte persone scelgono di aprire una partita IVA spinte dalla possibilità di ottenere guadagni economici migliori rispetto al lavoro dipendente. Tuttavia, non è tutto oro ciò che luccica: oltre al mero guadagno, è fondamentale saper gestire correttamente le proprie finanze. La gestione economica personale (o familiare) diventa essenziale per affrontare le fluttuazioni dei guadagni, tipiche del lavoro autonomo.
Il guadagno economico non dovrebbe mai essere l’unico fattore nella scelta tra lavoro autonomo e dipendente. Gli stipendi medi in Italia sono spesso inferiori rispetto a quelli di altri Paesi europei o degli Stati Uniti, ma il costo della vita e la gestione delle spese possono variare notevolmente. Mentre un dipendente può contare su entrate stabili e benefici come ferie pagate e contributi previdenziali, il freelance deve pianificare attentamente per affrontare periodi di minori entrate e assicurarsi di mettere da parte quanto necessario per pagare tasse e contributi.
Alla fine, la scelta di lavorare come freelance non dovrebbe basarsi esclusivamente sui potenziali guadagni. Sebbene il lavoro autonomo possa offrire un reddito più elevato, richiede anche una grande responsabilità nella gestione economica e un’attenta pianificazione finanziaria. La libertà che offre il freelance ha un costo, e solo chi è disposto ad affrontare queste sfide può trarne un reale beneficio.
Ma procediamo sui motivi che spingono le persone a scegliere il lavoro Freelance.
Il tempo come valore
Uno dei principali fattori che spinge verso il lavoro freelance è il desiderio di avere più controllo sul proprio tempo.
Lavorare come dipendente spesso significa dover rispettare orari fissi, a discapito della propria libertà. Quante volte ti sei trovato a dover timbrare il cartellino, finire un turno o aspettare il permesso del capo per poterti prendere una pausa? Diventare freelance, invece, permette di lavorare secondo i propri ritmi e di organizzare il proprio tempo come meglio si crede, concentrandosi sugli obiettivi piuttosto che sul numero di ore lavorate.
Immagina di poter decidere di lavorare una sera tardi perché sei più produttivo quando tutti dormono, o di prenderti un intero mercoledì libero per goderti una passeggiata in montagna senza dover giustificare a nessuno le tue scelte. La libertà di gestire il proprio tempo è uno dei maggiori benefici del lavoro freelance, perché ti consente di vivere la vita secondo le tue priorità. Per molti, questo significa poter essere presenti per i propri figli durante il giorno, dedicarsi a una passione personale o semplicemente evitare il traffico delle ore di punta.
La differenza non è solo nel poter scegliere QUANDO lavorare, ma anche nel COME. Come freelance, puoi progettare il tuo ambiente di lavoro ideale, che sia il tuo angolo preferito in casa, un caffè alla moda, o un coworking dove puoi fare networking e conoscere nuove persone. Questa libertà non riguarda solo il tempo, ma anche lo spazio, permettendoti di creare una routine che ti renda felice e produttivo.
Obiettivi e risultati
Il lavoro freelance non è alimentato solo dai lavoratori, ma anche dalle aziende. Sì perché le organizzazioni profit e non profit vedono nei freelance una soluzione per arricchire il loro team con competenze specifiche.
Senza dover assumere a lungo termine. La collaborazione con i freelance permette di
- sperimentare nuove idee
- adattarsi più rapidamente alle necessità del mercato
- beneficiare del supporto di esperti in settori specifici
da un certo punto di vista è un bel vantaggio per le stesse aziende che esternalizzano costi e processi.
Multipotenzialità: una nuova visione del lavoro Freelance
La crescita del lavoro freelance è legata al concetto di multipotenzialità.
Essere multipotenziali significa avere interessi e competenze in diversi ambiti, e trovare soddisfazione nel coltivarli tutti. Nel contesto di un lavoro tradizionale, spesso ci si trova costretti a rinunciare a molte delle proprie passioni per concentrarsi su un’unica competenza specifica, seguendo un percorso lineare e ben definito.
Il lavoro freelance permette di abbracciare la propria multipotenzialità, mettendo a frutto diverse abilità in modo creativo.
Prendi ad esempio un freelance copywriter o un graphic designer: in un contesto aziendale tradizionale potrebbe essere costretto a scegliere una sola strada, ma come freelance può offrire entrambe le competenze ai suoi clienti, trovando progetti che gli permettono di esprimere appieno tutte le sue capacità. Questa versatilità non solo arricchisce il lavoro del freelance, ma lo rende anche più competitivo sul mercato.
Oggi la domanda non è più “Che lavoro fai?”, ma piuttosto “In che cosa eccelli?” o “Quali sono le tue passioni?”.
Questa nuova mentalità è il motore che sta spingendo il cambiamento del mercato del lavoro: i freelance sono sempre più apprezzati per la loro capacità di adattarsi, di reinventarsi e di portare un valore unico grazie alla loro varietà di competenze. Non si tratta solo di avere più di una competenza, ma di saperle integrare in modo originale per offrire soluzioni innovative. Questo approccio multidisciplinare è sempre più richiesto in un mondo del lavoro che cambia rapidamente e che premia chi sa muoversi agilmente tra diversi ambiti.
Come sarà il lavoro del futuro?
Non ho ancora la sfera di cristallo per rispondere con certezza.
Ma posso supporre che il futuro del lavoro sarà caratterizzato da flessibilità e adattabilità. I lavori cambieranno, si evolveranno e risponderanno alle esigenze della società e alle richieste del mercato. Quel che è certo è che dovranno essere le persone e le aziende, a farsi trovare pronte a evolversi nel tempo. Chi si fossilizza è perduto
Uno studio di GoodHabitz ha mostrato che il 40% dei dipendenti italiani sta seguendo un percorso lavorativo “non lineare”, con cambi di settore o ruolo all’interno della stessa azienda o in contesti diversi. Questo dimostra che sempre più persone stanno cercando di ridisegnare la propria carriera, sviluppando competenze trasversali per adattarsi meglio al mercato del lavoro in continua evoluzione. Le soft skills come problem solving, gestione dello stress e lavoro di squadra stanno diventando sempre più importanti per affrontare le sfide del futuro e costruire una carriera ideale.
Quali conclusioni trarre sul lavoro del futuro?
Diventare freelance non è necessariamente meglio o peggio di qualsiasi altra modalità lavorativa.
È una scelta di vita che offre la possibilità di gestire il proprio tempo, seguire le proprie passioni e vivere una vita lavorativa più in linea con i propri valori e i propri ideali. In questo senso, è un segnale di maggior apertura culturale verso preconcetti ormai desueti (come il sogno del posto fisso).
Il futuro del lavoro è già qui, e sta diventando sempre più flessibile e aperto alle esigenze di ognuno di noi.
Perciò la domanda non è “Cosa voglio fare da grande?” ma “Come posso capire meglio quali sono le mie abilità e priorità nella vita?”
Fonti: Osservatorio Partite IVA, GoodHabitz, Istat.